GIANFRANCO ZAVALLONI
Ho conosciuto Gianfranco nel settembre del 2008, tramite il comune amico brasiliano prof. Ruy Magnani Machado, discendente di terza generazione del minatore Leopoldo Magnani, emigrato in Brasile(Stato di Minas Gerais) nel gennaio 1896 per il fallimento della Società delle Miniere Zolfuree di Romagna, proprietaria della miniera di zolfo di Formignano(Cesena).
E’ stato un incontro eccezionale per me e per la Soc. di Ricerca e Studio della Romagna Mineraria che ha generato progetti, idee e, soprattutto, un’amicizia fraterna che non dimenticherò mai. Da subito Gianfranco volle approfondire la storia delle miniere di zolfo del comprensorio cesenate, che gli era quasi sconosciuta; ricordo che partecipò al direttivo della nostra Associazione pochi giorni prima di partire per Belo Horizonte (Brasile) e riprendere la sua attività di addetto culturale e dirigente scolastico presso il locale consolato italiano, dopo un breve periodo di ferie in Italia. In quell’occasione lanciammo un progetto strutturale, a dir poco ambizioso, per la ricerca in Brasile dei discendenti di minatori romagnoli emigrati nel 1895/96. Il titolo venne subito elaborato in “da Formignano a Passagem de Mariana”, cioè dalla miniera di zolfo di Formignano a quella d’oro di Passagem de Mariana, località vicino alla città di Ouro Preto, dove si aveva notizia che diversi nostri minatori avessero lavorato. Appena giunto a Belo Horizonte, Gianfranco organizzò conferenze con la comunità degli ‘Emiliani-Romagnoli’ presso la ‘casa Amarela’ illustrando il progetto. Coinvolse alcuni professori dell’Università Statale della città, in particolare la prof.ssa Patrizia Collina Bastianetto – titolare della cattedra di letteratura italiana- per la ricerca in archivi statali e di società minerarie di documenti riguardanti il fenomeno migratorio romagnolo. Anche la consulta degli ‘Emiliani-Romagnoli nel mondo’, organo della regione Emilia-Romagna, entrò nel progetto con un contributo – borsa di studio da devolvere ad un ricercatore universitario brasiliano; pure gli onorevoli e senatori dell’America Latina eletti nel Parlamento italiano aderirono a tale iniziativa. Gianfranco, nei nostri frequenti incontri via Skype e nella corrispondenza via e-mail mi teneva al corrente su tutti i dettagli organizzativi del programma che via via si concretizzavano in terra brasiliana; c’era un’intesa, un capirsi a vicenda, un modo ‘pratico’ di affrontare gli ostacoli, specialmente burocratici, che si presentavano e arrivando, quasi sempre, alla loro soluzione.
La prof.ssa Bastianetto, assieme a Gianfranco e Ruy, sviluppò ulteriormente il progetto di studio dell’emigrazione romagnola nel contesto delle miniere d’oro di Minas Gerais coinvolgendo un giovane, Luca Palmesi, attento ricercatore di origine italiana, laureando in storia presso la ‘Universitade Federal de Minas Gerais’ e intercambista presso l’Università degli Studi di Bologna che iniziò subito una prima consultazione all'”Arquivo Publico Mineiro’ di Belo Horizonte dei volumi-registri dell’immigrazione in Minas Gerais dal 1888 al 1901( sito web : http://www.siaapm.cultura.mg.gov.br ) . Successivamente, e non senza difficoltà, Luca riuscì a metter mano all’inviolato e scompaginato archivio della Società proprietaria della miniera d’oro di Passagem de Mariana, che era in origine in mano agli inglesi, come lo erano diverse miniere di zolfo del cesenate. Dall’analisi dei libri contabili, in particolare degli anni di fine ‘800, cominciarono a comparire, dopo ben centoquindici anni, i nomi di tanti nostri minatori del cesenate. Gli elenchi mi arrivavano da Gianfranco via e-mail; avvertivo la sua gioia e soddisfazione che mi trasmetteva scrivendo i suoi commenti in dialetto romagnolo. Cognomi come Carli, Magnani, Belloni, Mordenti, Mazzanti, Gualtieri, Lanzoni, Dellamore, Raffelli,Turroni, Cappelletti e tanti altri furono oggetto da parte mia di riscontro, non facile, con le anagrafi storiche dei comuni del circondario cesenate e del comune di Bertinoro. Storie di uomini, di famiglie emersero ed emergono tutt’oggi dall’oblio; le partenze dolorose dalla ‘matrigna patria’, che fu scarsa di attenzione anzi, come dimostrano i documenti ritrovati negli archivi di stato di Cesena e Forlì, compiaciuta di togliersi il peso di centinaia di minatori rimasti senza un lavoro. Sappiamo di queste separazioni quasi tutto, perfino le date di partenza e di arrivo, i nomi dei piroscafi che dal porto di Genova salpavano verso il Sud America, i tanti morti, spesso bambini, che abbiamo riscontrato dai documenti di bordo durante le tribolate e lunghe traversate.
Gianfranco organizzò, fra l’altro, nel novembre del 2010 un convegno di studi sull’emigrazione romagnola nello Stato di Minas Gerais da tenersi a Passagem de Mariana. Mi consigliò sentitamente, assieme a mia moglie Aurora, di programmare un viaggio in Brasile per quell’occasione, che, a dire il vero, non avrei mai messo in cantiere, ma fu tanto il suo fraterno convincimento che partimmo. Tutt’oggi riandiamo, spesso, nei ricordi, a quel meraviglioso soggiorno, dove la storia della miniera di Formignano si è allungata con un tenue filo, attraversando l’oceano, in Brasile. Il convegno sull’emigrazione, del 13 novembre 2010, nel teatrino vicino alla miniera d’oro, dove i nostri emigranti lavorarono, fu toccante e ben organizzato; a riceverci, come non ricordarlo, c’era, perfino, la banda musicale ‘Sao Sebastao’, fondata nel 1911 dai nostri minatori e diretta da un Carli – discendente da Luigi Carli partito da Formignano nel 1895-. Nel breve filmato che è presente su you tube: https://www.youtube.com/watch?v=L57fudi1jxI si possono vedere quei momenti e scoprire anche una storia di emigrazione che riguarda la famiglia di mia moglie, Aurora Mazzanti, completamente sconosciuta e grazie a Gianfranco e Ruy riportata alla luce dopo ben 118 anni. (foto di Mazzanti Alfonso er Canali Maria)
Poi la drammatica telefonata di metà ottobre del 2011 con cui Gianfranco mi informò del suo ritorno a Cesena dopo che gli era stato diagnosticato quel terribile tumore all’ospedale di Belo Horizonte. Il delicato e lungo intervento chirurgico all’ospedale di Bologna, la devastante chemioterapia hanno scandito, purtroppo, gli ultimi suoi mesi di vita. Nonostante tutto e nei momenti in cui il dolore si attenuava un po’ Gianfranco progettava e prendeva impegni per il prossimo futuro. Gli ultimi incontri a casa sua sono stati avvolti da magia, si parlava di tutto, voleva sapere dei recenti sviluppi sulla situazione del nostro villaggio minerario di Formignano, abbandonato a se stesso dall’ ‘insensibilità’ (così la definiva) della nostra giunta comunale. Spaziavamo dal priore di Barbiana, don Milani ( rimase meravigliato del racconto sulla presentazione a cui partecipai, quasi per caso, ma di cui rimasi affascinato di ‘Lettera a una professoressa’, a Cesena nella libreria Bettini nel lontano 1967), al vescovo Romero martire incompreso e alla ‘ chiesa della liberazione’, al prof. Romeo Paglierani e al direttore scolastico dell’Oltresavio, Sergio Mariani, amici comuni e grandi educatori e poi al dialetto romagnolo che amava particolarmente. Infine voglio ricordare la gradita ‘sorpresa’ che Gianfranco ci fece, domenica 29 luglio 2012, quando venne al villaggio di Formignano alla cena ‘brasiliana’ di Valdo con Stefania e l’amico Salvatore, suo collega al consolato di Belo Horizonte. Forse è stata l’ultima sua uscita, ci teneva a darci un forte messaggio a continuare nella nostra attività. (foto di Gianfranco)
Grazie Gianfranco.
Pier Paolo Magalotti della Soc. di Ricerca e Studio della Romagna Mineraria www.miniereromagna.it
P.S.
Il 15 febbraio 2013, ad una ‘vegia’ organizzata da Fabio Molari e tanti amici è stato ricordato Gianfranco Zavalloni. Il filmato è suddiviso in tre parti ed è visibile cliccando sui seguenti link :
Ia parte: https://www.youtube.com/watch?v=UVTxM0VgCdw
IIa parte: https://www.youtube.com/watch?v=K0r2fIskcvo
IIIa parte: https://www.youtube.com/watch?v=_cW779ukndE